Educativa Territoriale Minori


PROGETTI INDIVIDUALI


Finalità del servizio

L’attività educativa territoriale rivolta a singoli minori promuove e contribuisce allo sviluppo delle potenzialità di crescita personale e sociale della popolazione obiettivo individuata, mediante progetti educativi d’utente e collettivi, caratterizzati da intenzionalità e continuità.

Nell’ambito di una programmazione strategica obbligatoriamente indirizzata alla ottimizzazione ed al contenimento della spesa, i progetti individuali di sostegno educativo devono risultare funzionali a prevenire o sostituire i più onerosi inserimenti residenziali o semi-residenziali, altrimenti assai probabili.

Di conseguenza i progetti individuali si caratterizzano per essere preventivamente programmati in forma organica, mirati e allargati al nucleo familiare e, anche nelle azioni, non rivolti al solo minore “in carico”; inoltre devono essere coordinati con i necessari sostegni attivati contestualmente dalle altre agenzie (es.: sostegno scolastico, supporto psicologico, sostegni economici, …). La loro verifica dovrà avvenire sul breve-medio periodo (indicativamente 6 mesi).

Obiettivi specifici dell’attività

 osservare, monitorare le relazioni famigliari difficoltose e/o disturbate, sostenere le funzioni educative e genitoriali, soprattutto per evitare le diverse forme di allontanamento del minore dal suo nucleo familiare, qualora quest’ultimo possieda ancora risorse sufficienti e valide per lui;

  • preparare ed accompagnare il minore all’eventuale allontanamento dal nucleo familiare.

  • sostenere il minore e la famiglia affidataria in caso di affidamento familiare a terzi, per prevenire l’interruzione dell’affidamento ed affrontare momenti di crisi rilevanti.

  • favorire la socializzazione e l’accesso alle risorse educative/aggregative/ludiche del territorio e a percorsi formativi;

  • sostenere gli adolescenti svantaggiati, già precedentemente in carico al servizio sociale con inserimenti in strutture residenziali o diurne o con progetti educativi in corso, in tirocini formativi – professionali o eventuale borsa lavoro (erogata dai Comuni).

  • preparare l’ingresso in Comunità Diurna o favorire la dimissione, permettendo il mantenimento di un supporto nel primo periodo di “reinserimento” in famiglia e favorendo l’autonomia.

 

Destinatari

 sono i minori che possono trovarsi in una o più delle seguenti situazioni:

  • insufficiente disponibilità di strumenti dell’istituzione scolastica a fronte di fenomeni di adattamento e apprendimento;

  • difficoltà di rapporti intra – parentali o mancanza di figure genitoriali;

  • presenza di modelli educativi negativi improntati alla criminalità, alla violenza, alla dipendenza da sostanze (stupefacenti, alcool, psicofarmaci…);

  • carenza, in situazione di marginalità culturale ed economica, di rapporti affettivi significativi;

  • carenza di modelli educativi positivi di riferimento;

  • minori con situazioni psico-sociali anomale, associate a sindromi e disturbi comportamentali ed emozionali, valutati dalla competente commissione UMVD.

La priorità di scelta dei minori da seguire deve basarsi, oltre che sui criteri già descritti, anche sulla esistenza di una prognosi sociale di recuperabilità del ragazzo e di incidenza significativa dell’intervento educativo.

La richiesta di presa in carico da parte degli educatori potrà avvenire conseguentemente ad azioni del Servizio Sociale o dell’Autorità Giudiziaria che, in premessa, rendano fattibile l’intervento, concordandone le modalità e i termini vincolanti per il minore ed il suo nucleo familiare.


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